"Schiavi o liberi. Politica e trasformazione del mondo in Paolo di Tarso"
In Nuova Umanità XXXIV, 202-203
(2012/4-5)
: 539-59
. ISSN 2240-2527
Abstract: L’Autore parte dalla costatazione che spesso, soprattutto nell’ambito della teologia politica, alcuni testi di Paolo di Tarso sono stati estrapolati dal loro contesto e interpretati ideologicamente. Un esempio di questa pratica è offerto, ad esempio, da Jacob Taubes. Qualunque sia il valore teorico di queste operazioni, resta il fatto che il pensiero paolino viene alterato. È invece necessario ritornare ad una esegesi rigorosa dei testi e rispettare il pensiero esplicitamente espresso da Paolo. In tal modo, si può cogliere la “specificità” cristiana che Paolo individua e mette in risalto. Egli infatti assume la “Croce di Cristo” come paradigma centrale del proprio pensiero: la Croce diviene il criterio ermeneutico del pensiero e dell’azione concreta per la trasformazione del mondo. L’articolo approfondisce questo paradigma paolino e lo apre ad alcune delle sue conseguenze. Da tale analisi si evidenzia che Paolo sviluppa dalla Croce un modello relazionale di tipo nuovo, che qualifica la cittadinanza (politeuma) attribuendole una nuova dinamica relazionale: quella che discende, per il cristiano, dalla stessa “logica” della vita di Dio Trinità, logica che il pensiero di Paolo mette in luce e della quale è impregnato. La logica delle relazioni trinitarie non rimane, per Paolo “dentro” Dio, ma viene comunicata da Cristo Risorto nel suo abbraccio con l’umanità. Il metodo per attuare tale prospettiva, mediando il passaggio dal linguaggio religioso al comune linguaggio sociale e politico, consiste nell’impegno a realizzare i contenuti della fraternità universale all’interno della storia.