"Per una politica di comunione. Conversazione svolta da Chiara Lubich il 15 dicembre 2000 nella Sala di San Macuto a Roma, ad un folto gruppo di politici a vari livelli e di tutte le tendenze politiche"
In Nuova Umanità XXIII, 134
(2001/2)
: 211-22
. ISSN 2240-2527
Abstract: Chiara Lubich legge la storia italiana come la sfida di ricostruire un intero Paese a partire dai valori condivisi, specie nel secondo dopoguerra, e riconosce nella fraternità uno degli strumenti essenziali. Ella presenta l’impegno del Movimento politico per l’Unità, a cui partecipano militanti dei diversi partiti, funzionari a vari livelli delle strutture pubbliche, parlamentari, amministratori locali, diplomatici: uniti dal desiderio di generare un’azione politica che parta dai valori dell’uomo e abbia come fine il bene comune, nell’unità del corpo sociale. Si propone un patto di fraternità, che metta il bene generale al di sopra di ogni interesse parziale, tanto individuale, quanto di gruppo, di classe o di partito. La fraternità permette di costruire un’idea di Paese e di società che includa e valorizzi le diverse proposte e le diverse culture politiche. La fraternità può favorire rapporti continuativi e collaborativi tra eletti ed elettori, costruendo relazioni positive e partecipative tra società civile e politica. La fraternità è, al tempo stesso, il legame che permette di affrontare le situazioni difficili.