Lettere di Toussaint Louverture
Presentazione ad Haiti, 2011
Fraternità e politica ad Haiti.
In questi giorni è stato presentato ad Haiti il libro di Nouvelle Cité, curato da Antonio Maria Baggio e Ricardo Augustin: Lettres à la France (1794-1798). Idées pour la libération du Peuple noir d’Haïti. Il libro raccoglie le lettere che Toussaint Louverture, il capo della rivoluzione condotta dai Neri, schiavi nella colonia francese di Saint-Domingue (l’attuale Haiti), condussero contro la Francia.
Lo studio del pensiero di Toussaint condotto da A. M. Baggio introduce una interpretazione innovativa del rapporto tra la rivoluzione francese e quella degli schiavi, basata uno studio approfondito del ruolo dell’idea di fraternità nelle due rivoluzioni. Questa interpretazione, anche ad Haiti, è stata sottoposta ad un accurato vaglio critico: “La conferenza del 21 novembre a Port-au-Prince – spiega A. M. Baggio – è stata di grande importanza. Io l’ho vissuta come un vero e proprio esame, perché ho esposto la nuova interpretazione di Toussaint e della storia di Haiti davanti ad alcuni dei maggiori storici haitiani contemporanei, quali Michel Hector, Cari Hector, Laënnec Hurbon”. Quest’ultimo – professore all’università Qusqueya di Port-au-Prince e “direttore di ricerca” al Centro nazionale di ricerca scientifica di Parigi – ha dichiarato: “Tutti noi abbiamo studiato Toussaint Louverture e conosciamo la storia della Rivoluzione francese e della nostra. Ma dopo questi studi dobbiamo mettere tutto da parte e riconsiderare in un modo completamente nuovo le relazioni tra le due rivoluzioni”.
La ricerca di Baggio mette in evidenza il formarsi di un pensiero politico preciso in Toussaint Louverture; questi coglie alcuni tratti essenziali dell’Illuminismo della Rivoluzione francese, ma li rielabora in maniera originale per costruire una nuova idea e una nuova realtà: l’esistenza politica del Popolo Nero. I diritti dell’uomo e del cittadino proclamati a Parigi diventano realmente universali soltanto nella colonia, dove Toussaint e i suoi cercano di applicarli anche agli schiavi.
Al cuore del pensiero di Toussaint troviamo dunque la reinterpretazione del trittico del 1789: “libertà, uguaglianza, fraternità”. Toussaint si basa sulla fraternità per costruire l’identità del nuovo popolo che, così, diventa un vero ed autonomo soggetto politico; ma non si ferma a questo. Egli inventa un nuovo tipo di relazioni tra la Francia ed Haiti, basato sulla reciproca accettazione della pari dignità dell’altro e della sua diversità: e questo altro non è che l’applicazione della fraternità come principio regolativo della libertà e dell’uguaglianza. Certamente Toussaint non ha elaborato in un volume di diritto costituzionale o di filosofia politica il suo pensiero, ma la sua visione è chiaramente espressa e vissuta.
Ciò significa che si deve prendere coscienza che gli haitiani, con la loro rivoluzione, hanno creato un avvenimento di portata universale, ricco di implicazioni per la comprensione dei diritti umani e per la liberazione dei popoli oppressi.
Perché soltanto ora si è giunti a vedere nelle lettere di Toussaint questi contenuti? “Credo che la storia ci dia delle risposte anche in base alle domande che noi le poniamo – spiega Antonio Maria Baggio -. Io mi sono avvicinato a Toussaint con la convinzione dell’importanza della fraternità nella storia e con la consapevolezza che la fraternità si costruisce attraverso il radicale sacrificio di se stessi; si tratta di vere e proprie leggi della vita – e della politica – che mi sono state impresse da Chiara Lubich. E’ questa sensibilità che mi ha permesso di capire un po’ Toussaint, che è una figura sacrificale. Del resto, Mons. Serge Miot, l’arcivescovo di Port-au-Prince deceduto durante il terremoto dello scorso anno, aveva voluto che dar vita, con la nostra collaborazione, alla scuola “Toussaint Louverture”, per la formazione dei giovani all’impegno sociale e politico, basata sulla fraternità e sulle idee del Movimento politico per l’unità. Mons. Miot, che aveva poi conosciuto Chiara Lubich, nella sua omelia nella cattedrale in occasione del bicentenario della proclamazione della Repubblica nel 2004, aveva assunto proprio la fraternità come idea-chiave per re-interpretare la storia di Haiti”.
Nel corso del viaggio sono state fatte tre conferenze: nella capitale Port-au-Prince (21 novembre), a Cap-Haïtien (seconda città del Paese, 22 novembre), a Miragoâne (24 novembre), con larga partecipazione di pubblico, specialmente giovani. Le conferenze sono sempre state accompagnate da S. E. Mons. Pierre A. Dumas, presidente della Caritas haitiana; esse sono state l’occasione per lanciare l’idea del “Dialogo nazionale” promosso dalla Conferenza Episcopale di Haiti; come ha spiegato il suo Presidente, l’Arcivescovo di Cap- Haïtien Mons. Louis Kebrau, la Chiesa sollecita un incontro tra le forze politiche del Paese per superare le divisioni che hanno un effetto paralizzante e costruire un progetto di bene comune. La figura di Toussaint, in questo senso, rappresenta un punto di riferimento, sia per aver coinvolto nel nuovo Stato da lui ideato tutte le componenti della popolazione, sia per avere proposto agli antichi padroni, la Francia, un progetto di associazione tra Stati – la Francia appunto e la Colonia liberata – che fossero tra loro su un piano di parità, vicini e collaboratori, intrecciati nei loro interessi, ma distinti: una applicazione dell’idea di fraternità sul piano politico.
Il 25 novembre, a Port-au-Prince, su iniziativa dell’Ihdosoc, si è svolto un incontro con alcuni parlamentari invitati dal Mons. Dumas e dal Dr. Augustin, Direttore dell’Ihdosoc (Istituto haitiano della dottrina sociale cristiana). Nella riflessione iniziale di A. M. Baggio, la figura di Toussaint Louverture è stata presa come modello del politico che risponde ad una vocazione e si assume la responsabilità del proprio popolo, proponendosi di trasformare una ribellione di schiavi in una rivoluzione dotata di un progetto politico. Egli iniziò a formare un popolo e a costruire la comunità politica nazionale. E’ un compito di fondazione simile a quello che aspetta oggi i politici haitiani, che devono non semplicemente governare una comunità già esistente, ma ricostruirla, dopo decenni di esperienze politiche negative e dopo il terremoto del 2010. L’incontro si è svolto in un clima amichevole, di fiducia reciproca, con lo scambio di riflessioni ed esperienze personali.
Ricardo Augustin (che nel corso dei suoi studi in Italia ha partecipato agli incontri del Movimento politico per l’unità con i parlamentari) e Mons. Dumas hanno esplicitamente richiamato la visione della fraternità politica di Chiara Lubich e del MPPU, proponendosi di promuovere una esperienza simile ad Haiti.
*Pubblicata parzialmente nel website dell’Istituto Universitario Sophia, www.iu-sophia.org 30 novembre 2011.